La Federazione Nazionale dei Collegi Infermieri IPASVI esprime la più ferma contrarietà. La Federazione, in una lettera inviata a tutte le Istituzioni nazionali e locali, sottolinea come tale scelta leda il diritto dei lavoratori della sanità alla tutela della propria integrità psico-fisica e quello dei cittadini alla qualità e alla sicurezza dell’assistenza. Chiede quindi il rapido superamento di una norma lesiva della dignità e della salute dei professionisti che rappresenta. “Evidentemente", ribadisce la Presidente dei Collegi IPASVI, Annalisa Silvestro, "i rischi per la salute delle persone sono secondari di fronte all’imperativo di contenere i bilanci e di continuare a risparmiare sul personale, soprattutto infermieristico, che massicciamente opera sulle 24 ore con ritmi ed orari di lavoro da più parti definiti massacranti”. A questo punto di incontri, secondo gli Infermieri, appaiono davvero prive di significato le firme apposte dal Governo italiano sul Trattato di Lisbona, sulla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e sulla recente dichiarazione congiunta “La salute in tutte le politiche”, che richiamano in più punti il diritto alla protezione della salute umana attraverso la fissazione di norme elevate di qualità e sicurezza e il diritto di ogni lavoratore ad avere una limitazione della durata massima del lavoro e a periodi di riposo giornalieri e settimanali (Carta dei Diritti dell’U.E., art. 31, comma 2).
E i medici? Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici e di Rossana Dettori, segretaria nazionale FP CGIL, hanno dichiarato: "Chiediamo al Governo, ed in primo luogo al Ministro della Salute Livia Turco, l'immediata abrogazione del comma della finanziaria 2008 che elimina il diritto a undici ore di riposo consecutivo, ogni ventiquattro ore, per i medici, per gli infermieri e per tutto il restante personale del ruolo sanitario del servizio sanitario nazionale, come previsto dalle normative europee. Chiediamo al Ministero della Salute, coerentemente con le politiche annunciate contro i rischi clinici, di intervenire immediatamente con un emendamento abrogativo da inserire nel decreto milleproroghe. Si tratta infatti di tutelare la sicurezza e la salute del personale sanitario, e di garantire ai cittadini prestazioni negli ospedali, non condizionate dalla stanchezza e dallo stress degli operatori. Il nostro sindacato si è sempre battuto e si batterà per la qualità del lavoro nella sanità pubblica, rivendicando una politica occupazionale rispetto a chi, per questioni economiche, vuole orari di lavoro sempre più lunghi, a danno dei medici, degli infermieri, e degli stessi cittadini".
giovedì 17 gennaio 2008
E' bufera tra gli operatori sanitara che ora si incontreranno
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